CONFESSARSI BENE

UNA BREVE GUIDA

 

confessione

(Ritorno del figliol prodigo – Rembrandt)

Carissimi, il Sacramento della Confessione (o Penitenza o Riconciliazione) pone al suo centro la Misericordia di Dio che, penetrando nella vita del credente, lo ricrea e lo fa una creatura nuova. E’ l’amore che ci deve animare, è l’Amore di Dio che chiama alla verità della comunione con Lui.

Vi offro alcune semplici indicazioni per vivere al meglio il grande mistero di questo Amore divino racchiuso nel Sacramento.

Per celebrare una santa confessione, è opportuno prepararla con un diligente esame di coscienza. Si tratta di esaminarsi in profondità e in sincerità a partire dall’ultima confessione, accompagnandosi alla volontà e al proposito di non ricadere più in quelle mancanze che si sono individuate. Non si tratta di assoluta certezza che quelle cose non accadranno più; siamo essere limitati e sempre in cammino, e probabilmente per tutta la vita avremo qualcosa da migliorare e da cambiare… tuttavia se, ad esempio, mentre mi confesso ho già programmato di compiere un furto, ovviamente la mia confessione è invalida. Di contro, se quando vado a confessarmi non sono realmente intenzionato a cambiare qualcosa nella mia vita, o non provo alcun senso di dolore per i peccati commessi (non provo pentimento), è bene rileggere il desiderio stesso di confessarmi.

Se il sacerdote non vi conosce, può essere opportuno (non obbligatorio) presentarsi: chi sono, se       sono sposato, se ho figli, che tipo di attività svolgo, se sono un consacrato, se in ricerca vocazionale, fidanzato, celibe, nubile…e quant’altro… un conto sono i doveri cristiani di uno sposato, un conto i doveri di un consacrato, un altro conto ancora quelli di un celibe…

  1. Durante la confessione sacramentale sei chiamato a confessare al sacerdote tutti i peccati gravi commessi dall’ultima confessione ben fatta.
    Tacere consapevolmente, per qualsiasi motivo, anche un solo peccato, rende invalida (e sacrilega) la confessione stessa.
  2. Durante l’accusa dei peccati, non ti giustificare e non giustificare il fatto che tu abbia commesso quella o quest’altra cosa… Il sacerdote che celebra in “persona Christi” (è lo stesso Gesù), come medico non si spaventa perché conosce ogni sorta di “malattia e di peccato”. Tu, che con umiltà ti riconosci peccatore e bisognoso del perdono di Dio, confida pienamente nella sua infinita misericordia.
  3. Durante l’accusa dei peccati (e prima ancora durante l’esame di coscienza) non ti paragonare a quelli che stanno peggio di te (“non ho ammazzato nessuno, non ho rubato, non ho fatto niente di grave…”); ma confrontati con la Legge di Dio (Comandamenti) e della sua Chiesa e, se vuoi paragonarti con qualcuno, esamina la vita di Gesù.
  4. Non confessare i peccati degli altri (marito, moglie, genitori, figli, amici, ecc.), la confessione è sempre personale.
  5. Nella confessione dei peccati va subito al nocciolo della questione, senza fermarti su sensazioni o emozioni o giudizi, o giri di parole. Sarà il sacerdote, eventualmente, a richiedere altro.
  6. La penitenza sacramentale che il sacerdote ti offre fa parte della confessione stessa. Questa si manifesta come un segno con il quale dai inizio a una vita nuova, riparando i peccati commessi.
  7. Non lasciare la pratica della Confessione all’improvvisazione! Confessati regolarmente… decidi una scadenza entro cui confessarti (quindici giorni, un mese, ecc.) e prestavi fede! Assumi uno stile di vita scandito dai Sacramenti.
  8. La confessione sacramentale non è  la direzione spirituale. Sono due momenti distinti, anche se possono essere celebrati insieme quando confessore e padre spirituale sono lo stesso sacerdote. Nella direzione spirituale c’è un cammino di accompagnamento e di consiglio da parte della guida, mentre la confessione sacramentale ha lo scopo di rimettere i peccati e donare la grazia di Dio necessaria per la vita cristiana. Il Sacerdote, nella confessione si fa medico e giudice, indicando il nuovo cammino spirituale. Manifestagli apertamente la tua condizione interiore con semplicità, in modo sintetico senza inutili giri di parole, e completo.

(Vedi: Catechismo Chiesa Cattolica dal n. 1422 al 1498; o il Compendio del Catechismo dal n. 296 al n. 3129).

Per aiutarti a fare l’esame di coscienza, lasciati accompagnare dallo Spirito di Verità che apre il tuo cuore alla “rinascita” in Cristo. E in questo aiutati con i Dieci Comandamenti (o le Dieci Parole).

“Io sono il Signore, tuo Dio. Non avrai altro dio fuori di me.
Non nominare il Nome di Dio invano
Ricordati di santificare le feste.
Onora tuo padre e tua madre.
Non uccidere.
Non commettere atti impuri
Non rubare.
Non dire falsa testimonianza.
Non desiderare la donna d’altri.
Non desiderare la roba d’altri”

A cura dell’Ufficio liturgico diocesano

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