Lettera alla Parrocchia di san Giorgio per la santa QUARESIMA 2023
«Se confessiamo i nostri peccati…»
(1Gv 1,9)
Mercoledì 22 Febbraio, con il rito dell’imposizione delle ceneri inizia il tempo di Quaresima: cammino di grazia, di riconciliazione, di conversione.
Lo Spirito di Dio tiene vivo in ciascuno di noi un desiderio di santità, un dolore per i propri peccati, un desiderio di perdono, un bisogno di riconciliazione.
E’ proprio dal sacramento della riconciliazione che si riceve il dono grande e meraviglioso della pace con Dio e con i fratelli che riporta il penitente dentro il cuore divino dove è la nuova creazione della vita come Dio la vuole. Un sacramento di guarigione spirituale, ahimè molto trascurato.
«Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità» (1Gv 1,9).
Nella celebrazione della s. Messa la confessione della nostra condizione di peccatori e la richiesta di perdono è presente in modi diversi: nell’atto penitenziale, nella preparazione immediata alla comunione, talora anche nell’ eucologia e nella preghiera eucaristica.
Secondo la tradizione cattolica, il perdono dei peccati è frutto di un atto sincero di contrizione, (contrizione perfetta unitamente al proposito di confessarsi al più presto) quando non fosse possibile fare la confessione sacramentale individuale.
L’incontro personale del penitente con il sacerdote confessore è sempre dentro la Chiesa, nella consapevolezza che il peccato ha si responsabilità personale, ma anche una dimensione comunitaria. Come danneggia il peccatore così impoverisce la comunità tutta dei credenti.
E’ necessario che tutti i fedeli si lascino portare dal soffio dello Spirito per riscoprire la bellezza della confessione individuale; per vivere la grande esperienza del perdono che Gesù stesso offre ai cuori umiliati; per essere veramente liberati dalla prigionia del male per mezzo della grazia santificante.
Ogni fedele che chiede il perdono non è un individuo isolato che “mette a posto la coscienza”, è invece un credente inserito in una comunità ecclesiale che vive della Parola di Dio. Ascoltare e riflettere sulla Parola, esercitandosi nell’esame di coscienza, deve portare alla consapevolezza che si cerca la confessione non per trovare sollievo ai sensi di colpa che recano tormento, ma per rispondere al Signore che ci chiama e ci aiuta a leggere la nostra vita con lo sguardo della sua misericordia, perché questa vita sia portata da Lui a pieno compimento.
Il peccatore perdonato vive quindi nella gratitudine e riconosce la forza nella docilità allo Spirito di Dio che l’ha condotto all’incontro con il Padre buono che vuole la conversione del figlio.
La stessa preparazione della Pasqua è frutto della docilità allo Spirito che rende disponibili alla gioia. La gioia cristiana, infatti, non è l’euforia di un momento, ma un frutto dello Spirito che rende capaci di accogliere le parole che Gesù ha confidato ai suoi discepoli: «Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena» (Gv 15,11). Non si tratta quindi di uno “star bene con se stessi” che si presenta come il frutto desiderabile di una spiritualità intimista, ma di una irradiazione della grazia ricevuta che coinvolge fratelli e sorelle. Si sperimenta infatti, che la gioia secondo lo Spirito deriva spesso dalla dedizione a prendersi cura della gioia degli altri.
La sollecitudine per gli altri si manifesta in concreto nelle opere di carità. È evidente che non si tratta di lasciar cadere semplicemente una piccola moneta nelle mani di un mendicante. Piuttosto si tratta di imitare quel samaritano che, passando accanto alla vittima dell’aggressione dei briganti, «vide e ne ebbe compassione» e si prende cura di lui (cfr. Lc 10,29-37). Il peccatore perdonato non è solo colui che ha consegnato alla misericordia di Dio il suo passato, è piuttosto colui che ha consegnato al Signore la sua vita per portare a compimento la sua vocazione all’amore. Il perdono non è una storia che finisce, ma una vita nuova che comincia, anche in famiglia, anche sul lavoro, anche nel condominio…Il Signore che muove i passi verso la nostra liberazione, conducendoci alla Terra Promessa, che è la vittoria della sua grazia sulle nostre colpe, ascolta sempre le nostre umili preghiere se innalzate nello spirito di verità. Sono preghiere e invocazioni che, pur esprimendo la vita di ciascuno, sono tutte segnate dal desiderio che spinge verso l’alto: dal fango del peccato alla luce della riconciliazione con Dio e con i fratelli. Non c’è cosa più bella e più consolante lasciarsi abbracciare dall’Amore misericordioso di Gesù perché esso è la vera nostra salvezza.
Abbiamo bisogno di abbandonarci totalmente tra le braccia amorevoli di Dio. Gesù, col suo sacrificio innocente frutto della sua divina compassione per gli uomini, ha reso possibile per ognuno di noi l’ingresso nel Tempio della relazione intima con Dio Padre. Gesù è il grande sacerdote che ha fatto nuove tutte le cose e ci ha aperto la porta della vita eterna per mezzo del suo sangue. E grazie a Lui siamo stati chiamati a vivere pienamente e senza paura la nostra condizione di figli adottivi. Grazie a Gesù siamo stati giustificati e chiamati a vivere in pienezza la dignità di figli che si accostano ad un Padre amorevole, perché Dio non è un giudice distaccato e lontano da riverire e servire con paura, ma il nostro Liberatore e Redentore.
Gesù ci ha liberati con la sua morte e risurrezione da ogni paura, ci ha insegnato a non rimanere soggiogati e ripiegati sulle nostre colpe ma a discernere la Verità dalle distorsioni. Con Gesù l’unica legge diventa legge d’amore, l’amore che arriva a donare la propria vita per gli altri e per questo può perdonare. E’ la sublime carità di Dio che, lavandoci da ogni iniquità, ci sospinge poi a prestare più attenzione ai fratelli e alle sorelle con cui condividiamo il nostro cammino umano e cristiano, per stimolare e incoraggiare la carità vicendevole come segno di una presenza viva di Dio tra noi.
“Se confessiamo i nostri peccati, Egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità” (1Gv 1,9). Davanti a noi c’è sempre il bene e il male, c’é la condizione di scegliere se rimanere nella Luce o entrare nel buio, se praticare la Sapienza di Dio che dona la vita, oppure continuare nella chiusura del cuore sinonimo di durezza e orgoglio che non si lascia toccare dalla compassione di Dio, anteponendo continue giustificazioni umane che tendono sempre a rigettare sul prossimo ogni responsabilità.
Lasciamoci riconciliare con Dio, ritorniamo a Lui con tutto il cuore, con digiuni, pianti e lamenti. Il Signore mostrerà la sua compassione e ci rivelerà il volto della gioia.
Ritorniamo nella nsotra stanza interiore, (anima) rivediamo i comportamenti per opporci all’indifferenza dilagante, combattere ostentazioni ed egoismi che erodono il tessuto ecclesiale e sociale.
Nel dono ricevuto di essere pietre vive nella Chiesa santa del Signore, pregando con umiltà e somma gratitudine, entriamo nel santuario di Dio per essere rivestiti di grazia e di luce nuova.
Ed il Signore ci elargirà a piene mani la gioia della salvezza perché ci riconoscerà figli e come tali figli che da prodighi si fanno servi per amore. Sia questo cammino di Quaresima un tempo fecondo per voi tutti nel sommo desiderio di felicità verso la Pasqua di risurrezione.
Buon cammino di Quaresima don Angelo